Il fitocomplesso del carrubo è molto ricco, e come per le altre specie vegetali, molto diverso a seconda della parte di pianta considerata.
Per quanto riguarda il baccello, parte di pianta maggiormente utilizzata, la composizione macroscopica vede un 90% costituito dalla polpa, ed il restante 10% costituito dai semi.
Carruba Viva® è deliziosa ed il suo segreto è nella materia prima.
Conosciamola meglio.
IL FITOCOMPLESSO
Valori nutrizionali per 100 g di carrube.
222
Valore energetico
89
Carboidrati
1
Grassi totali
5
Proteine
40
Fibre
(Tab. 1)
Da un punto di vista nutrizionale la carruba è ricca in carboidrati, proteine, fibre, oltre ad apportare minerali e vitamine. Tra queste ultime, la più espressa è la vitamina B2 (Tab. 1 e 3). La composizione chimica della polpa può variare in funzione della cultivar, dell'origine e dei tempi di raccolta.
La polpa di carruba ha un alto contenuto in polisaccaridi (48-56%, principalmente saccarosio, glucosio, fruttosio e maltosio) (Tab. 1 e 2). Inoltre contiene circa il 18% di cellulosa ed emicellulosa.

COSTITUENTI DELLA POLPA DEL CARRUBO
(Tab. 2)
Zuccheri totali
48-56%
Saccarosio
31-38%
Glucosio
5-6%
Fruttosio
5-7%
Pinitolo
5-7%
Tannini
18-20%
Polisaccaridi non amilacei
18%
Ceneri
2-3%
Grassi
0,2-0,6%
COMPOSIZIONE VITAMINICA E MINERALE DELLA POLPA DEL CARRUBO (mg/100g)
(Tab. 3)
Potassio
1100 mg
Calcio
307 mg
Magnesio
42 mg
Sodio
13 mg
Rame
0,23 mg
Ferro
104 mg
Zinco
0,59 mg
Manganese
0,4 mg
Vitamina B12
0,5 mg
Componenti funzionali
Per quanto riguarda i componenti funzionali, quali metaboliti secondari della pianta, la carruba esprime, oltre a specifici polisaccaridi utili a varie applicazioni salutistiche, un ricco pool di polifenoli, principalmente appartenenti alle classi dei tannini, dei flavonoidi e dei derivati dell’acido gallico e clorogenico.
TANNINI
ACIDO GALLICO
CATECHINE
EGCG
QUERCETINA
DERIVATI ACIDO FERULICO
ACIDO TANNICO
ACIDO CLOROGENICO
POLIDATINA
CENNI STORICI
Il Carrubo è un albero sempre verde della famiglia delle Fabaceae, tipico della macchia mediterranea, dove può crescere spontaneo a temperature comprese tra i 30 e i 45 gradi, non necessitando di molta acqua. La pianta originaria della Grecia, dell’italia e del Medio Oriente, è diffusa anche in altre regioni con clima simile a quello mediterraneo come la California, l’Arizona, il Messico ed il Sud America.
Secondo studi archeologici, la carruba è stata utilizzata dagli esseri umani fin dai tempi antichi, nonostante rimanga ancora non chiaro il periodo storico preciso in cui l’uomo abbia iniziato a coltivare la carruba per sfruttarne le proprietà. Alcuni studiosi riportano un utilizzo domestico della pianta dall’epoca romana ma non mancano evidenze di utilizzi anche molto precedenti. Per la ricchezza del fitocomplesso del frutto, uno degli usi tradizionali principali è quello legato all’alimentazione umana e animale. Infatti, il bacello della carruba è stato ed è estensivamente utilizzato come foraggio per il bestiame ruminante e non. Per quanto riguarda invece l’alimentazione umana, il frutto del carrubo viene sfruttato fin dal tempo degli Egizi sia per ottenere farine, come “alternativa povera” al cacao, o ancora per ottenere bevande. In particolare, l’infuso di carrube rappresenta una bevanda dolcissima, ricca di sali minerali, tipica del Ramadam. Tuttavia l’uso tradizionale del carrubo non riguarda esclusivamente l’alimentazione: infatti il frutto dell’albero viene utilizzato fin d’antichità a scopo medicinale. La farina (o gomma) di carrubo, essenzialmente priva di valore nutritivo, viene tradizionalmente utilizzata come coadiuvante nelle cure dimagranti. La farina ottenuta dal baccello, le foglie e la corteccia, sono adoperate nella medicina popolare come rimedio contro la diarrea di lieve entità, specialmente nei lattanti e nei bambini piccoli, come antitussivo e contro le verruche. Le applicazioni sono tra le più disparate, a seconda del Paese e della preparazione a cui la carruba è sottoposta.
Curiosità
Tra le pareti legnose del baccello sono incastonati dei semi durissimi, i “carati”.
In epoche antiche i semi di carruba erano l’unità di misura di riferimento per pesare l’oro e le pietre preziose: ecco perché oggi il peso di oro e diamanti è indicato in carati!