Carruba e salute metabolica: un’opportunità sostenibile e scientificamente valida
22 Aprile 2025Complice una rara serata tranquilla sul divano mi sono imbattuta in un documentario su cui all’inizio, ammetto, non nutrivo alcuna aspettativa se non quella di traghettarmi senza traumi verso la fase iniziale del sonno serale. In realtà “Hack Your Health – I segreti dell’alimentazione” (lo trovate su Netflix) per un’ora abbondante mi ha tenuto incollata allo schermo ma soprattutto mi ha dato l’opportunità di pensare a molti temi che sono motivo di riflessione tutte le volte che ci interroghiamo sul benessere alimentare in Natura Humana: praticamente sempre. Un titolo forse un po’ da “bio-hacker”, ma il contenuto è tutto fuorché moda passeggera: è una piccola rivoluzione silenziosa, che parla dell’intestino e del suo ruolo centrale nella nostra salute sia fisica che mentale. Sì avete capito bene, anche mentale perché il suo funzionamento influenza anche il nostro umore!
Diretto da Anjali Nayar e ispirato al bestseller L’intestino felice della biologa tedesca Giulia Enders, il film combina spiegazioni scientifiche, animazioni vivaci e testimonianze personali per rendere comprensibili concetti complessi
Ma facciamo un po’ di ordine.
Il nostro secondo cervello: l’intestino
Il documentario parte da un presupposto affascinante: l’intestino non è solo un organo digestivo, ma un vero e proprio secondo cervello, abitato da trilioni di microrganismi – il microbiota – che influenzano il nostro umore, il nostro sistema immunitario, il peso corporeo e persino la nostra lucidità mentale. Il tutto avviene attraverso un asse potentissimo: intestino–cervello.
Spesso si usano come sinonimi, ma intestino, microbiota e microbioma indicano cose diverse. L’intestino è il nostro “tubo digestivo”, l’organo che trasforma il cibo in nutrimento. Dentro di lui però vive un vero e proprio ecosistema: il microbiota, ovvero miliardi di microrganismi (batteri, virus, funghi buoni) che ci aiutano a digerire, proteggono il sistema immunitario e comunicano perfino con il cervello. Il microbioma, invece, è l’insieme del materiale genetico di tutti questi microrganismi: insomma, è il loro “DNA collettivo”. Capire questa distinzione ci aiuta a prenderci cura davvero della nostra salute… a partire da ciò che mettiamo nel piatto.
È qui che ho pensato subito alla carruba. Ricca di fibre solubili e polifenoli, la carruba è una delle poche materie prime che può vantare un’azione prebiotica naturale. Le sue fibre, come tutte quelle presenti in alimenti vegetali integrali e non raffinati, nutrono i “batteri buoni” lungo tutto il tratto intestinale, sostenendo l’equilibrio del microbiota in modo diffuso e duraturo. Al contrario, gli alimenti ultraprocessati ricchi di zuccheri semplici vengono assorbiti rapidamente già nelle prime sezioni dell’intestino, lasciando affamati i microrganismi del colon e causando squilibri, fermentazioni anomale e picchi glicemici dannosi. In Mu Mu, estratto a freddo senza additivi, le fibre e i composti funzionali della carruba rimangono intatti, offrendo un’alternativa dolce ma intelligente, che rispetta la fisiologia del nostro corpo.
La dieta che nutre i nostri batteri
Un punto chiave del documentario è l’impatto della dieta sulla biodiversità del nostro microbiota. Più il nostro cibo è naturale, vegetale, ricco di fibre e fermenti, più il nostro corpo ci ringrazia. Al contrario, un’alimentazione ultraprocessata impoverisce il microbiota e apre la strada a disturbi cronici e infiammazioni.
In Natura Humana, ci siamo mossi esattamente in questa direzione. Abbiamo voluto creare prodotti dolci che non fossero un “peccato da concedersi”, ma un’alleanza quotidiana con il nostro benessere. Mu Mu non è solo un dolcificante: è un concentrato di zuccheri naturalmente presenti nella carruba, con un basso impatto glicemico e una composizione che sostiene l’equilibrio intestinale.
Storie vere, problemi comuni
Il documentario racconta anche la storia di quattro persone diverse che affrontano problemi molto comuni: una chef con un passato di disturbi alimentari, che cerca di ristabilire un rapporto sano con il cibo; una studentessa di dottorato che soffre di dolori intestinali cronici e sperimenta il trapianto di microbiota fecale come possibile soluzione; una madre single che lotta con problemi di peso e scopre l’importanza della diversità alimentare per migliorare il proprio microbiota e un ragazzo mangiatore competitivo che ha perso la sensazione di fame.
Quindi fame nervosa, disturbi digestivi, difficoltà a dimagrire, alterazioni del senso di fame. E qui è impossibile non riconoscersi. Quante volte cerchiamo una gratificazione nel cibo, ma poi ci sentiamo appesantiti o in colpa?
Conoscersi per prendersi cura… davvero
Una delle cose che più mi ha colpito del documentario è questa: raramente pensiamo al fatto che siamo composti, in larga parte, da batteri. E non parlo di un dettaglio trascurabile — si stima che per ogni cellula umana, ci siano almeno un batterio o più. Eppure, quando sentiamo la parola “batteri”, pensiamo subito a infezioni, malattie, qualcosa da combattere. In realtà, i microrganismi che abitano il nostro intestino non sono il nemico: sono parte di noi. Anzi, sono la maggioranza silenziosa che lavora per mantenerci in equilibrio.
Più impariamo a conoscerci, più capiamo come ragionano anche loro, i nostri coinquilini invisibili: cosa gli piace, cosa li infiamma, cosa li rende forti. Trattarli bene significa trattare bene noi stessi. Significa scegliere ogni giorno alimenti che li nutrono, li rispettano, li fanno prosperare. Non è questione di perfezione, ma di alleanza. Prendiamoci cura del nostro microbiota come faremmo con un giardino prezioso: con attenzione, con amore e con gratitudine.
Perché in fondo, il benessere non è mai solo una questione di testa o di pancia. È un dialogo continuo tra tutte le parti di noi — anche quelle più piccole, invisibili… ma essenziali.
Guarda l’ultimo Reel che abbiamo pubblicato sul nostro canale Instagram. Ci siamo ispirati proprio a questo argomento!! GUARDA ORA e lasciaci un commento se vuoi.