Il sapore dolce è qualcosa di ancestrale, scritto nel nostro DNA. Confort per la mente e per il corpo. L’uomo è riuscito a trasformare questa necessità in qualcosa che oggi produce malattie (l’aumento delle patologie metaboliche, del diabete e dei tumori sono sotto l’occhio di tutti). Una distorsione, come tante altre, creata dal consumismo e dalla mancanza di informazione.
Perchè nelle scuole non insegnano cultura alimentare? Anyway, cercherò di non divagare e di semplificare, anche se ad ogni passo si spalancano finestre.
Se prima era tutto un contare le calorie oggi si guarda piuttosto all’impatto che i cibi hanno sulla glicemia. Dei carboidrati di sicuro non possiamo farne a meno, sono il nutrimento del nostro cervello e dei nostri muscoli. Ma non tutti i carboidrati sono uguali.
100 grammi di carboidrati non sono uguali a 100 grammi di zucchero
Quando mangiamo carboidrati il nostro pancreas deve lavorare per produrre insulina e riportare il glucosio a livelli ottimali.
Ora, se i carboidrati sono accompagnati da una parte di fibra, questa svolge un’azione sinergica nei processi digestivi e aiuta la glicemia a restare dentro valori normali.
Se i carboidrati invece sono raffinati e quindi privati della loro naturale parte di fibra, la glicemia schizza facilmente verso l’alto.
Questo ping-pong continuo ci affatica, aumenta lo stato di infiammazione del nostro corpo, fa aumentare il colesterolo ed è la porta di tante patologie (vedi sopra).
Quando consumiamo carboidrati allora, facciamo attenzione a scegliere quelli non raffinati. Cerchiamo di non utilizzare lo zucchero o di sostituirlo con ingredienti più salutari.
Nella prossima puntata vi offro qualche spunto sui sostituti dello zucchero e sul perchè i dolcificanti ottenuti da estrazione chimica facciamo male all’organismo.
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